Il Commercialista e la valutazione di un investimento
Molti anni fa, seguii corsi di ogni genere e tipo, in qualità di allievo, in vari master, corsi post universitari, business school italiane, di alto prestigio.
Sempre, ricevetti una formazione di alto livello.
Eppure, non mi era sufficiente. La ragione, era empirica: se seguivo a Milano un corso il sabato mattina, il mio problema era quello di dare al lunedì, una risposta pratica al cliente.
Egli chiedeva un parere scritto, professionale, articolato e concreto, come questo.
Il punto nodale era il seguente.
Come avrei potuto realizzare una perizia come quella sopra indicata? Io avevo pacchi di appunti, di fotocopie di libri in lingua inglese, libri originali e dispense teoriche. Tutto molto bello, e anche interessante. Peccato fosse completamente inutile ai miei fini; dare una risposta professionale.
Infatti, all’imprenditore non potevo spiegare la teoria, e nemmeno dare risposte teoriche su quanto fosse la redditività finanziaria di un investimento. Quell’imprenditore voleva sapere una risposta a una domanda concreta, come ad esempio: mi è arrivata questa proposta di rilevare una cementeria in Ucraina, che faccio, la compro a questo prezzo?
Non c’era nessuno spazio per fornire risposte generiche, approssimative, basate sul buon senso.
Nemmeno, era possibile dare risposte sulla base dei conti economici o degli stati patrimoniali.
E infine, non potevo certamente affidarmi sulle valutazioni esterne fatte da una società di consulenza che aveva un interesse della parte venditrice, e non del mio acquirente.
In tutti questi casi – sono stati centinaia nella mia carriera – dovevo necessariamente dotarmi di uno strumento mio, operativo, immediato, concreto, in grado di dare numeri, non parole. La teoria la conoscevo infatti benissimo, ormai.
Nel frattempo, avevo iniziato ai primi anni del duemila a fare le mie prime docenze universitarie, e quindi sapevo benissimo cosa servisse. Il problema era operativo.